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Arzberg Valle di Non - Trentino Alto Adige - Italy
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  • Palazzo Arzberg Freihaus

    Storia del Palazzo Arzberg Freihaus

    La storia del palazzo iniziò nel 1587, allorché Carlo d'Arsio, padre di Cristoforo Oliviero, decise di acquistare dal barone Fortunato Madruzzo, maso “Broili” (i "broili" sono appezzamenti recintati siti attorno ad una struttura agricola) ad Arsio, un’ampia area agricola costituita da un'abitazione, campi, prati e vigne.

    Nel 1627, Cristoforo Oliviero diede inizio alla costruzione del palazzo nobiliare, ricordato negli atti con il nome Arzberg, talvolta casa franca- Freihaus, in quanto dotato da parte Massimiliano Arciduca d’ Austria e Conte del Tirolo di vari privilegi, tra cui l’esenzione da qualsiasi imposta e del diritto d’asilo. Ultimato il palazzo vi abitò per poco, si trasferì poi a Revò a Palazzo Arsio. Alla sua partenza subentrò, suo figlio Corrado Orazio Conte d'Arsio e Vasio che visse qui per oltre 50 anni. Nel 1730 il palazzo venne ceduto al cugino Adamo d'Arsio, la cui linea familiare lo elesse come propria residenza fino ai primi decenni del XIX secolo. Nel 1932, Rina von Edle Dessouvic – Arz, vedova del conte Paul Arz von un zu Arsio-Vasegg, vendette il palazzo alla provincia patavina dei Padri Francescani Conventuali. Nel 2014 venne acquistato dalla Cassa rurale di Fondo.

    Dell’arredamento originale nel Palazzo ben poco rimane: un fornello ad olle a torretta e un cassettone in noce (entrambe con stemma d’Arsio) si trovano oggi a Castel Stenico, alcuni quadri raffiguranti ritratti di famiglia al Castel del Buonconsiglio e i 14 quadri della via Crucis realizzati da Carlo Bonacina nel 1945 attualmente depositati presso la cassa rurale di Fondo.


    ESTERNO

    Attraverso un ampio arco presentate in chiave di volta lo stemma del conte Sigismondo Giovanni d'Arsio - Vasio datato 1726, posto a livello strada era possibile un tempo raggiungere la corte del palazzo. Poco distante lungo il muro di cinta si nota un secondo portale in pietra che delimita una grande nicchia all’interno della quale è posto un grande crocefisso in legno. Il portale un tempo consentiva l’accesso alla stalla di pertinenza del palazzo demolita allorché venne allargata la strada. Fu in quell’occasione che venne qui trasferito.

    La facciata dello stabile è caratterizzata dalla presenza di tre ordini di finestre.

    A pian terreno sono presenti 5 finestre impreziosite da inferiate a motivi romboidali, al primo piano 6 finestre, ciascuna caratterizzata nella parte sommitale dalla presenza di un timpano. Anche il secondo piano presenta 6 piccole finestre sormontate da conchiglioni simbolo di nobiltà.

    L’accesso al palazzo è consentito da un bel portale in pietra bugnato, con capitelli e basamenti finemente lavorati. Lo stesso è caratterizzato dalla presenza di due pregevoli porte lignee. Ciascuna presenta due specchi simmetrici intagliati a motivi geometrici arricciati, quelli più in alto risultano essere di dimensioni maggiori e avere un decoro più suntuoso rispetto a quelli più in basso di dimensioni ridotte e di fantasia più semplice. Al centro si trova una colonna decorata presentante un capitello corinzio. Le due porte sono sormontate da una lunetta con decori a raggio di sole in legno e ferro battuto.

    Ai lati del portale troviamo due panche in pietra con piedi arrotondati e scolpiti.

    Nel 1955 la nobile dimora venne sopraelevata con l’aggiunta del timpano centrale arricchito da due finestre. 

    Le decorazioni che impreziosiscono la facciata non sono originali ma frutto di ricostruzioni degli anni 80.

    Nel cortile si trova una fontanella, la colonna da cui zampilla l’acqua è materiale di recupero di provenienza ignota. 


    PIANO TERRA

    ATRIO

    Varcata la porta d’ingresso troviamo l’atrio diviso in tre ambienti separati tra loro da due archi. L’arco che divide la porzione iniziale da quella centrale è arricchito da stucchi al centro troviamo un grande fiore e ai lati motivi a catena.

    Le 6 porte che si aprono sull’atrio sono caratterizzate dalla presenza di interessanti cornici lignee.  Cinque sono sormontate da stucchi settecenteschi stile Luigi XVI.  Le due porte laterali all’ingresso presentano stucchi speculari rappresentanti motivi vegetali raffiguranti un grande stelo centrale e rami piegati a pastorale ai due lati, quella che da acceso alla cappella una ghirlanda a ramoscelli d’alloro intrecciati mentre la porta che conduce alla sala del canto presenta al centro un grande vaso ovale dalle cui estremità fuoriescono due ramoscelli presentanti piegamento a pastorale e terminanti ciascuno con delle foglie d’edera, sul ramoscello di destra notiamo un delicato uccellino mentre su quello di sinistra un pappagallino che canta.  Lo stucco settecentesco che abbelliva il sovrapporta della sala di lettura è andato perduto.

    Un secondo arco caratterizzato al centro da stucchi vegetali intrecciati e ai lati motivi a greca, separa l’ambiente più interno dell’atrio dal giro scale che consente di accedere ai piani superiori. Al lato dello scalone è situata la porta che permette di raggiungere la cappella del palazzo.

    Sul lato posto la porta che permette di raggiungere le cantine e le ex prigioni.

    La pavimentazione è realizzata a piastrelle in graniglia. Noievole è il fornello ad olle qui ricostruito e il cassettone in noce biondo. Arricchiscono l’arredo dell’ambiente un trumeau, un comodino ottocentesco, una credenza con piattaia e una cassapanca ottocentesca con schienale presentante decori floreali e appoggi laterali a bocca di felino.

    Sopra un antico pilastro in pietra posto all’ingresso capeggia una bella campana in bronzo cinquecentesca presentante 8 maniglie raffiguranti vecchi saggi. Sulla tessa è presente una dedica dei conti Arsio chiusa su un lato dalla figura di San Luigi e sull’altro da quella di Sant’Apollonia.

    SALA DELLE PROPRIETA’ DEI CONTI ARSIO

    Attraverso un percorso espositivo ci fa conoscere le proprietà appartenute ai conti d’Arsio situate nelle zone circostanti. Di notevole interesse il grande armadio dalla bella ferramenta interna e dalle rifinite specchiature.

    CUCINA

    Custodisce gli elementi tipici che caratterizzavano un tempo le cucine delle nostre nonne, la piattaia provvista di secchiaia, una vecchia madia impiegata per la conservazione delle farine, la stufa a legna, un antico armadio settecentesco ed una ricca collezione di utensili

    SEZIONE DELLA LANA

    Sono qui esposti alcuni antichi attrezzi impiegati un tempo per la lavorazione della lana e del lino (filatoi a pedale, l’arcolaio a rullo, aspi da tavolo e a manovella, cardatrici, la rocca e il pettine per la pulitura del lino). Interessanti sono inoltre la macchina da cucire a pedale e quella manovella. 

    LAVANDERIA

    E’ qui presente il lavabo con l’asse impiegata un tempo per lavare i panni e la spazzola per raschiare lo sporco.


    STIRERIA

    Ospita una collezione di ferri da stiro di varie tipologie.

    SALA DEL CANTO

    Il locale è accessibile dall’atrio, attraverso la porta opposta all’ingresso, durante la fase di recupero del palazzo è stato interamente ricostruito. 

    Presenta soffitto a volta a botte caratterizzato da vele delimitate da una doppia cornice di colore rosso lungo il perimetro.

    Unico elemento originale sembra essere solo il cornicione a stucco dipinto alternativamente con colori giallo, bianco e rosso (colori dei conti Arsio), posto al centro del soffitto.  Al suo interno è stato dipinto lo stemma della famiglia Arz o Artz, raffigurante due leoni rampanti argentati che si danno la schiena l’uno con l’atro e cavalcano le onde di un fiume color argento, il tutto in in campo rosso. I due felini sono sovrastati da un elmo su cui poggia un grifone con capo piumato (questo elemento venne aggiunto in concomitanza del corteo funebre di Carlo d’Arsio)

    I pavimenti lignei a motivi geometrici realizzati a contrasto con legno chiaro (abete) nella parte centrale e scuro (larice) nelle cornici esterne, la boiserie che fodera la stanza presentante ai lati di ciascuno pannello un pilastrino intarsiato e cornice sommitale nonché le 3 porte che si aprono sul locale sono opera di ricostruzione.

    Due ampie finestre delimitano la stanza.

    Degno di nota è il cassettone settecentesco finemente intarsiato, le maniglie e le mostrine in bronzo sono state aggiunte in epoca successiva. Interessanti sono inoltre l’orologio a pendolo, il comodino ottocentesco e il piano forte di inizi novecento. Meritano mansione, inoltre, la seicentesca cassapanca intarsiata con vano interno segreto e il delizioso trumeau con ante a specchio e piccoli cassetti all’interno della ribalta.

    La porta posta sulla sinistra dell’ingresso dà accesso alla sala da pranzo della famiglia Arzberg.

    SALA DA PRANZO

    L’accesso è consentito direttamente dalla sala del canto.

    La volta è a costoloni ed è impreziosita da vele, delineate lungo il perimetro da una doppia sottile cornice di colore rosso.

    L’ambiente risulta essere rivestito da una boiserie settecentesca, i pannelli presentano ciascuno delicate cornici e sono divisi a due a due da colonnine finemente lavorate. Nella parte sommitale presentano un raffinato cornicione. Quando la contessa lasciò il Palazzo fece smontare la boiserie e la portò con se a Vienna fu allora che la Sovrintendenza ne richiese la restituzione.

    Attraverso un pannello mobile posto in un angolo del locale è possibile accedere ad un piccolo bagno dove si trova un mobile toeletta ottocentesco con ripiano in marmo, un antico bidet nonché un treppiede con catino e vaso da notte. Un secondo pannello mobile posto sull’angolo a fianco risulta essere fissato alla parete. Oltre alla porta d’ingresso nel locale se ne apre una seconda della medesima fattura della prima che dà accesso a locali di servizio. Attualmente è chiusa da un grande specchio.

    La luce viene garantita attraverso due finestre poste l’una di fronte all’ingresso e l’altra alla sua destra.

    Custodisce un’antica cassettiera appartenuta ai conti Arsio, le colonne laterali che la decorano riprendono lo stesso motivo della boiserie. Degne di nota sono anche la lunga credenza in noce, la credenzina a colonna che conserva un servizio di piatti dipinto di inizi novecento, il tavolo biedermeier con sedie e il tavolino giapponese a due ripiani in lacca nera con uccelli dipinti.

    SALA DELLA MUSICA

    Custodisce un pregiato pianoforte, un baule dotale ed uno da viaggio. Alle pareti sono appesi due pagine dell’antifonario Kyrie e una bella stampa di Adelaide Ristori.

    BIBLIOTECA

    Presenta un’interessante volta a crociera, al suo interno si conserva un armadio che custodisce pubblicazioni inerenti la storia locale e degli ex sovrani dell’impero austroungarico e italiano e una collezione di libri del Metastasio proveniente da Casa Negri.

    SALA DEGLI SPECCHI

    Con pareti interamente rivestite da specchi, custodisce un salottino a motivi floreali, composto da divano, poltrona, due poltroncine, tre sedie imbottite, un tavolino ottocentesco ed uno novecentesco provenienti da villa Moggioli a Povo nonché un cassettone ottocentesco caratterizzato dalla presenza di un suntuoso specchio di squisita fattura.

    SALOTTINO GIALLO

    È accessibile dalla porta a fianco a quella che dà accesso alla cappella, nell’atrio del palazzo. Lo stucco che la sormontava non risulta essere più leggibile.

    La stanza presenta una volta a crociera sostenuta da armoniosi capitelli tinteggiati a calce e da cornici a stucco che corrono a metà altezza lungo tutte le pareti. Al centro del soffitto è posto un grande medaglione a stucco, al suo interno è dipinto un piccolo rosone floreale d’impronta ottocentesca su sfondo viola.

    Caratterizzano l’ambiente due piccole nicchie arrotondate nella parte sommitale, poste ai lati dell’ingresso. Lungo le quattro pareti della stanza sono presenti ulteriori nicchie con volta a movimenti geometrici, all’interno delle quali venivano riposti i mobili che arredavano la stanza. Le tinte che decorano l’ambiente sono di color giallo ocra.

    Sul lato opposto all’ingresso due finestre garantiscono una buona illuminazione al locale.

    Prima di lasciare l’ambiente meritano un occhio la novecentesca credenza dai vetri opacizzati, il salottino di villa Rama, il bel divano in ciliegio con laterali a ricciolo, il tavolo rotondo con colonna centrale e bordature lavorate, il quadro ottocentesco raffigurante una raffinata dama e il fornello ad olle con scalda piatto incorporato.


    SEMINTERRATO

    CAPPELLA DI SANT’ANTONIO E SAN FRANCESCO EX CAPPELLA DI SAN CELLESTINO

    Si trova nel seminterrato ed raggiungibile dall'atrio, varcando la porta dal telaio in pietra posta al lato dello scalone. Al tempo della famiglia Arsio era dedicata a San Celestino, quando il Palazzo venne acquistato dai frati fu intitolata a San Francesco d’Assisi e sant’Antonio da Padova.

    Superato un piccolo corridoio ad L con pavimentazione a mattonelle alterne bianche e rosse di epoca settecentesca, ospitante una credenza di inizi novecento si scende una scala in pietra rivestita da assi in legno.  A metà soffitto merita uno sguardo il decoro geometrico rappresentante un cerchio di colore nero il cui interno è diviso da una X.  Dal centro del cerchio fuoriesce una croce di colore rosso ai lati del cerchio sempre di colore rosso troviamo le lettere alfa e omega (inizio e fine).

    Scesa la scala girando a destra si nota l’antico portone ligneo che dà accesso alla cappella. Le forme attuali sono d’impronta novecentesca, le rappresentazioni pittoriche vennero eseguite nel 1945 da Carlo Bonacina.

    L’ambiente è diviso in tre spazi (nartece, navata centrale, presbiterio) il soffitto è a volta a botte. Il nartece è separato dalla navata centrale da un piccolo scalino sormontato da un arco dipinto. Partendo dal lato destro dal basso verso l’alto notiamo interessanti decorazioni rappresentanti simboli cristiani, le virtù cardinali e teologali. Nel primo quadrante è raffigurato un libro su cui poggia un serpente che riflette la sua immagine in uno specchio (la prudenza), nel secondo una corona (Il potere spirituale), nel terzo un ancora intrecciata ad una corda (la speranza), nel quarto una pisside da cui fuoriesce un sole con al centro una croce che riporta le iniziali IHS (la fede), nel quinto una bilancia a due braccia (la giustizia), nel sesto una corazza (la fortezza), e nell'ultimo un’anfora colma d’acqua (la temperanza). 

    Sopra l’arco si trova la scritta” Laudate pueri dominu”

    A chiusura del nartece vi è un ampio affresco raffigurante Sant'Antonio da Padova e la mula, opera dell’artista Carlo Bonacina.

    La tradizione narra che un eretico sfidò Antonio nel dimostrare la presenza di Cristo nell'eucarestia, promettendo che se ci fosse riuscito si sarebbe convertito. Loscamente l’eretico tenne segregata la  mula per alcuni giorni nella stalla, senza darle da mangiare. Il giorno della sfida la potò in piazza davanti alla gente e le pose d’innanzi un sacco di biada. A questo punto intervenne Antonio che mostrando l’ostia all'animale inizio a dirle : «In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione». Antonio non fece tempo a finire di pronunciare queste parole che la mula abbassò la testa fino ai garretti e si inginocchiò davanti al sacramento del corpo di Cristo.  

    Un corridoio a mattonelle a spina di pesce percorre per intero la navata.

    A metà navata, sulla destra si apre una cappella laterale a crociera caratterizzata dalla presenza di un altare a colonnine marmoree di colore verde sormontato da una nicchia con Statua di San Giuseppe che tiene in grembo il Bambin Gesù e dalla presenza di un organo di inizi novecento. Sul lato destro dell’altare una porta da accesso ad un piccolo oratorio dedicato alla Madonna del Rosario di Pompei. È qui conservata una pregevole statua in terracotta raffigurante la Madonna opera di Carlo Bonacina. 

    Sul lato sinistro dell’atare di San Giuseppe, un secondo altare ospita le reliquie di San Celestino. Si conserva la grande teca lignea all'interno della quale si trova il teschio del Santo con corona d’oro incastonata da gemme preziose e altre reliquie di Santi (Saturnino, Teodora, ..) provenienti dalle catacombe di San Callisto impreziosite da gioielli, ai lati della stessa sono presenti altri due quadretti con reliquie sacre appartenenti ad altri Santi della Chiesa, tra questi San Venturino arrivate ad Arsio nel 1681. Le reliquie vennero donate dalla Chiesa a Giovanni Emanuele d’Arsio e traslate nel 1675 nella cappella di San Celestino a castello San Giovanni, sito a monte del paese. Nel 1824 vennero trasferite nella cappella di Palazzo Arzberg, dedicata a quel tempo allo stesso Santo.

    Sul lato opposto alla cappella si trova una porta lignea impreziosita da piccoli vetri colorati con saldature in bronzo che consente di uscire verso l’esterno una volta saliti due gradini. Al centro della navata spicca un rosone.

    La navata è chiusa all'arco santo che da accesso alla zona liturgica, il presbiterio. Sull'arco santo sono raffigurati simboli cristiani, partendo da destra salendo troviamo nel primo riquadro una fontana sormontata da una croce, il manufatto presenta quattro vasche una per lato da cui fuoriescono i quattro fiumi del paradiso (l’immortalità), nel secondo un pellicano che smembra il suo ventre per sfamare con il sangue i propri piccoli (la carità), nel terzo due spighe di grano e due tralci di vite che si incrociano tra loro disegnano una X da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci  presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriece la P (Cristo) sopra il manufatto poggiano due colombe, una per lato (il Battesimo), nel sesto un cesto colmo di pane da cui fuoriesce una croce, alla base sello stesso è raffigurato un pesce e sotto a questo troviamo la scritta IXOYC (Gesù Cristo) quest’ultimo riquadro simboleggia l’eucarestia. 

    A corona dell’arco santo troviamo la scritta “Adveniat Regnum Tuum Eucaristicum”.

    Il presbiterio raggiungibile salendo un gradino è caratterizzato dalla presenza di un altare di fattura semplice.  

    A chiusura della zona liturgica, alle due estremità, troviamo altre rappresentazioni pittoriche, sulla destra è raffigurato San Francesco d’Assisi e sulla sinistra Sant'Antonio da Padova che tiene in mano il messale e il giglio simbolo di purezza. A lato di ciascuno dei due Santi sono raffigurate le basiliche che ne ospitano i resti mortali. A centro della parete in una nicchia è posto il tabernacolo, alla sua destra la statua della Vergine.
    Il tabernacolo con sommità triangolare presenta uno sportellino in rame alla cui base è rappresentato un fiume su cui poggia un cesto contenete un pesce (Cristo) subito sopra il Monogramma di Cristo (la lettera X dal cui cento fuoriesce la croce e la lettera P) e ai lati lettere Alfa ed Omega (inizio e fine).

    Alla base del tabernacolo all’interno di un rombo dipinto di colore rosso troviamo un’opera marmorea raffigurate due braccia incociate a rilievo che reggono un rosone con croce centrale sporgente.                                                  

    Alle due estremità dell’abside trovano collocazione i due dischi lignei raffiguranti il Sacro Cuore di Gesù e d Maria opere scultoree di squisita raffinatezza realizzate nel 1956 da Mario Coraiola.

    Una porta, posta sulla sinistra del presbiterio consente l’accesso alla sacrestia. Nel sovraporta è dipinto uno scudo presentante al centro una croce rossa da cui pendono piccoli pendagli e una corona impreziosita da gemme preziose nella parte sommitale. La sacrestia presenta un ambientevoltatoilluminatoda una piccola finestrella. Al suo interno conserva tuniche, pianete, piviali e stole che coprono un lasso ti tempo che va da metà settecento sino alla seconda metà del novecento.

    Sul lato opposto alla porta che da accesso alla sacrestia una ampia finestra a mezza luna illumina il locale. 

    SALA DEGLI ANTICHI MESTIERI 

    Ha molteplici accessi: attraverso la scala che scende dal locale lavanderia, uscendo dalla sala delle guardie o dal portone esterno sito a lato del Palazzo. Presenta volta a crociera ed un interessante pavimento a mattoncino. Conserva un tornio per la lavorazione della ceramica, un antico tavolo con attrezzi contadini, un aratro, un erpice, un banco da calzolaio con relativa attrezzatura, una panca con morsa, grande calderone in rame e un trincia fieno.

    CANTINA

    Attigua alla precedente sala. Presenta pavimenti in acciottolato risalenti al 1600 e volti a botte. Interessante il rombo disegnato sul pavimento all’ingresso dell’ambiente realizzato con ciottoli di colore scuro. Sono qui conservate un trincia fieno, un’antica madia della farina e una spulatrice del grano.



    SALA DEL GRANO

    Vi si accede dalla cantina. Al suo interno trova spazio una ricca collezione di utensili legati alla lavorazione del grano e dei cereali, quali lo sgrana pannocchie, la bilancia pe la pesatura dei sacchi della farina e bastoni mieti grano. Sono qui conservati inoltre alcuni attrezzi contadini, una collezione di bauli da viaggio e militari nonché un grande banco per la conservazione delle farine

    PRIGIONE

    L’ambiente voltato con pavimento in terra battuta à accessibile oltrepassando due porte lignee, quella più esterna presenta una feritoia. Ospita al suo interno la gogna e un antico inginocchiatoio ottocentesco. 

    SALA DELLE GUARDIE

    Vi si accede dalla sala degli antichi mestieri o dalla sacrestia. L’ambiente voltato conserva una pregevole collezione di armi e archi con frecce medioevali, un tavolo bandito per il rancio delle guardie sormontato da piattaia e due brande militari per il loro riposo.


    PRIMO PIANO

    SCALONE 

    L’accesso al piano nobile è garantito da un ampio scalone in pietra a bassa alzata che sale dall’atrio. Il soffitto della prima rampa è impreziosito da delicati stucchi vegetali a rami d’olivo intrecciati mentre quello della seconda rampa da un ramoscello con piegamenti a pastorale e terminante a becco di pappagallo.

    Tra le due finestre del mezzanino è situata un interessante colonnina in marmo rosso, sormontata da un capitello corinzio arricchito da foglie di acanto e caratterizzato su ciascun lato dalla presenza di un fiore. Questo elemento architettonico sicuramente faceva parte di un antico altare. Ai lati di chiusura dello stesso si trovano due interessanti sedie di metà ottocento con tappezzeria floreale.

    Sempre nel mezzanino è Interessante il pavimento a scacchiera presentante mattonelle alterne in pietra bianca e rossa di Trento, degni di nota sono pure gli stucchi che impreziosiscono il soffitto i rappresentanti due delicati fiori racchiusi ciascuno in una spirale vegetale.  

    CORRIDOIO

    Dal corridoio è possibile accedere al salone delle feste, alla camera da letto delle contessine, all’oratorio e alla camera da letto della contessa Rina d’Arsio. 

    Le tre porte lignee che si aprono sull’ambiente sono di color bianco con specchi rimbombati e presentano telaio con cornici in legno dipinte a motivi in finto marmo marrone. La porta del salone delle feste e quella della stanza dal letto delle contessine sono sormontate da stucchi a fasce vegetali.  Uno stucco di medesima fattura lo troviamo a corona della porta d’ingresso della stanza da letto della contessa, sita a lato dello scalone.

    Il soffitto è impreziosito da stucchi suddivisi in quattro scene. Nelle due poste all’estremità sono rappresentanti due rami d’olivo intrecciati mentre nelle due centrali cornici vegetali ovali con al centro un delicato fiore. Sfortunatamente gli stucchi negli anni 50 sono stati tagliati da una parete divisoria realizzata per creare l’atrio di accesso alla stanza da letto della contessa. In quell’occasione venne sposta pure la porta con cornice in legno dipinta a finto marmo che consentiva l’accesso alla stanza e collocata al centro del tramezzo. 

    La pavimentazione seicentesca alla palladiana è di color bianco, nero e rosso. 

    Attraverso una seconda rampa di scale in pietra è possibile accedere ai piani superiori. Salendo si può notare il soffitto caratterizzato lungo i lati dalla presenza di una sottile cornice a stucco.

    D’interesse anche il bel divano rivestito a motivi floreali di colore rosso.

    STANZA DA LETTO DELLE CONTESSINE D’ARSIO

    E’ posta sul lato sinistro del corridoio. 

    Il soffitto è caratterizzato dalla presenza di una grande cornice in stucco a motivi geometrici che percorre l’intera stanza, all’ interno della stessa ne è custodita una seconda che segue specularmente lo stesso motivo della prima lungo i lati più lunghi mentre movimenti tondeggianti lungo quelli più corti il cui interno è dipinto di azzurro. Le pareti della stanza e lo spazio tra le due cornici del soffitto sono tinteggiate di rosa.

    Negli anni 50 in un angolo della stanza venne realizzato un bagno, sfortunatamente l’innalzamento delle pareti comportò il taglio del grande stucco posto a decoro del soffitto.

    Lungo la parte sommitale delle pareti l’intero perimetro della stanza  è caratterizzato dalla presenza di un cornicione a  stucco.

    Nella stanza sono presenti due finestre una sul lato corto che la chiude e l’altra sul lato lungo opposto all’ingresso.

    ORATORIO DELLA CONTESSA RINA D’ARSIO

    Dall’atrio è possibile accedere ad un moderno bagno ricavato all’interno di un piccolo locale presentante soffitto a stucchi (in parte tagliati) caratterizzato dalla presenza di una cornice ovale racchiusa all’interno di un rettangolo dagli angoli smussati.

    STANZA DA LETTO DELLA CONTESSA RINA D’ARSIO

    Vi si accende dal corridoio del primo piano, sul lato destro dopo aver superato un piccolo atrio. La porta che consente l’accesso la stanza è sormonta da uno stucco a fascia vegetale della stessa fattura di quelle che sormontano le porte del corridoio. E’ d’impronta ottocentesca, dipinta con tinte tenui.

    Al centro del soffitto campeggia un ampio cornicione dalle forme tondeggianti riempito al suo interno di colore rosa. Le pareti della stanza e lo spazio tra le due cornici del soffitto sono tinteggiate di verde.

    Lungo tutto il perimetro del soffitto troviamo una decorazione a stucco a motivi geometrici, una cornice percorre per intero l’intera stanza nella fascia superiore, lo spazio che intercorre tra questi due elementi è riempito da intonaco color nocciola. Sul lato opposto all’ingresso sono presenti due finestre.

    Desta interesse il mobilio ottocentesco, pregevoli sono i due letti di diversa forma (maschio/femmina), i due comodini con mensola (porta acquasantiere), la toiletta, il cassettone/scrittoio biedermeier, il divano e il raffinato lettino da bambino dalle sponde lavorate provvisto di cassetto porta camicie da notte.

    SALONE DELLE FESTE

    L’accesso è consentito dalla porta centrale posta al centro del corridoio.

    Degna di nota è la pavimentazione alla palladiana, che decora l’ampio salone, elemento originale seicentesco del palazzo.

    Al centro del pavimento troviamo un fiore incorniciato da sfarzose cornici dalle forme geometriche e vegetali tinte di nero lungo il perimetro e riempite di rosso.

    A chiusura dei due lati corti del salone troviamo ulteriori elementi decorativi rappresentanti motivi a pastorale lungo le estremità, nodi intrecciati, gocce e figure romboidali riempite di rosso nella parte centrale.

    Una stretta cornice lineare di colore nero delimita l’intero perimetro del locale.

    Sul salone si aprono cinque porte bianche con specchi rimbombati e caratterizzate da un telaio con cornice lignea a motivi in finto marmo di colore marrone, poste due su ognuno dei due lati lunghi e la quinta al centro della parete corta attigua all’ingresso.

    Ciascuna porta è sormontata da delicati stucchi della medesima fattura, al centro troviamo un mascherone da cui fuoriescono tre ramoscelli terminanti ciascuno con dei mazzi di rose, alle due estremità uno stelo di lino.

    Due ampie finestre sul lato corto del locale offrono una buona illuminazione all’ambiente.

    Su un lato del salone si nota ancor oggi la cornice in pietra della bocca di alimentazione di un fornello ad Olle oggi conservato a Castel Stenico. Un fornello è stato oggi ricostruito nell’ambiente.

    Pregiato il mobilio che l’arreda in particolar modo la credenza ottocentesca scolpita a mascheroni, la cassapanca a rosoni ottocentesca, la cassapanca settecentesca, l’orologio a pendolo in ottone, le quattro sedie Luigi XVI, il bel baule da viaggio di fine ottocento, la credenzina trentina ottocentesca che conserva le ceramiche Finzi Contini e la consolle su cui poggia proveniente da Palazzo Brenzoni di Verona.

    Di notevole interesse i due quadri settecenteschi raffiguranti la caccia al lupo e all’orso provenienti da un noto castello trentino, il quadro della Madonna della Seggiola e il seicentesco inginocchiatoio di castel Malgolo.

    CAMERA DEL VESCOVO

    Internamente rivestita da stoffe di colore rosso e arredata con mobili d’impronta ottocentesca e preziosi quadri tra cui il ritratto di Pietro Virgilio Thun ultimo principe Vescovo di Trento, quello di San Giovanni Nepomiceno e della Vergine con Bambino circondata da altri Santi.

    ORATORIO DEL VESCOVO

    Il luogo di preghiera del vescovo conserva un interessante inginocchiatoio e un grande cristo settecentesco con piedini a zampa di leone.

    STUDIO DEL CONTE PAUL D’ARSIO

    Custodisce un bel mobilio ottocentesco rappresentato da un secrétaire e un armadio vetrato in noce. Molto interessante pure la pressa tipografica e i due ritratti ottocenteschi provenienti da villa Larcher di Povo.

    STUDIOLO DEL CONTE PAUL D’ARSIO

    Il piccolo locale ospita un piccolo scrittoio ottocentesco e una macchina da scrivere novecentesca.

    CAPPELLA PRIVATA DEI CONTI ARSIO

    E’ scrigno di preziosi candelabri in argento settecenteschi e di un antico crocefisso ligneo ottocentesco con effige della veronica alla base. Di notevole interesse il quadro raffigurante Santo Stefano.

    CAMERA DA LETTO DEL PRETE

    Conserva al suo interno un bel letto con intarsi floreali e un crocefisso d’arte boema.


    CAMERA DA LETTO DEL CONTE CRISTOFORO OLIVIERO D’ARSIO

    Ospita mobilio ottocentesco. I letti presentano intarsi a motivi romboidali, nel piccolo locale annesso si trova un armadio novecentesco con la dote.

    STANZINO DEI PREZIOSI

    All’interno del locale è posta una piccola cristalliera dorata che custodisce le riproduzioni di antichi gioelli.

    CAMERA DA LETTO DEL CONTE CORRADO ORAZIO D’ARSIO

    Ospita mobilio ottocentesco. Notevoli i letti in ciliegio con intarsi colorati a motivi floreali, i due comodini con ripiano marmoreo e il grande armadio di medesima fattura. Degno di nota è pure il quadro raffigurante San Giovanni Nepomiceno.

    CAMERA DA LETTO DEL CONTE ADAMO D’ARSIO

    Al suo interno si nota un interessante cassettone settecentesco finemente intarsiato a motivi floreali e due letti accompagnati da comodini di squisita fattura. Meritano menzione pure i due ritratti di Umberto I di Savoia e della regina Margherita racchiusi in cornice biedermeier nonché la teca in vetro e legno di noce che conserva la statua in cera di Maria Bambina. 

    CAMERA DA LETTO DEL MAGGIORDOMO

    Presenta il letto gemello a quello conservato nella camera da detto del prete.

    STANZA DEL THE’

    Antico luogo di ritiro delle Contesse d’Arsio, qui si possono notare alcuni interessanti servizi conservati all’interno dell’armadio inizi novecento.

    NURSERY

    Al suo interno si notano i manichini della balia e dei bambini in abiti d’epoca.

    STANZA DEI BAMBINI

    Attraverso la seconda porta posta sulla destra del salone, è possibile accedere ad una stanza che non presenta alcun interesse artistico, denominata stanza del thè  e da qui girando a destra e oltrepassato un piccolo corridoietto giungere ad un’ambiente di pregiata fattura, la camera dei bambini.

    Il soffitto è interamente ricoperto da una grande cornice in stucco a motivi geometrici con interessati nodi lungo gli angoli dipinti di verde e motivi a cuspide al centro di ciascun lato. Al centro della stessa troviamo un’ulteriore sfarzosa cornice che racchiude un’area di colore verde. Un cornicione a stucco percorre il perimetro di tutta la stanza lungo la parte sommitale delle pareti. Le pareti della stanza e lo spazio tra le due cornici del soffitto sono tinteggiate di viola.

    Nella stanza sono presenti due finestre una sul lato corto che la chiude e l’altra sul lato lungo opposto all’ingresso, una terza finestra posta accanto alla prima risulta essere tamponata.

    Di pregevole fattura sono il letto della balia con intarsi e decorazioni a cappetta, i lettini dei bambini e le cuffiette incorniciate provenienti da Castel Malgolo.

    SCALONE SECONDO PIANO

    In pietra consente di raggiungere il secondo piano del palazzo, il mezzanino conserva una pavimentazione ottocentesca. Salendo si può notare il soffitto caratterizzato lungo i lati dalla presenza di una sottile cornice a stucco.


    SECONDO PIANO

    CORRIDOI

    Conservano quadri provenienti da villa Rama di Lazise, opere pittoriche di artisti trentini del XX secolo quali Aldo Pancheri e stampe di varie epoche che riproducono la Battaglia di S. Lucia e Castelnuovo, il castello di Ambras, Bratislava e cartine geografiche del territorio di Trento. Si trova qui anche un interessante cassapanca ottocenteswca presentante ai lati le cariatidi (maschio – femmina) e al centro uno stemma nobiliare.

    ANDITO CORRIDOIO – “SALA DELLE TRADIZIONI”

    Dedicata alle leggende e tradizioni locali. Si trovano qui i Krampus, l’uomo selvatico e la Vivana.

    SALA NAPOLEONICA

    Prende il suo nome dalla collezione di piatti narranti le imprese napoleoniche conservati al suo interno.
    Ospita le stampe dei castelli trentini, e interessanti arredi tra i quali, un armadio e un cassettone biedermeier, una cristaliera chippendalle e un salottino ottocentesco con mascheroni composto da divano, due polltone e  tavolino proveniente da Palazzo Brenzoni di Verona.

    SALOTTINO DELLE CONFIDENZE

    Il salottino è interamente rivestito da teli di colore rosso. È qui conservata un’antica savonarola e un bel comodino in ciliegio.

    SALA AUGUSTA SPAUR

    Si trovano qui tre interessanti quadretti realizzati dalla contessa Augusta Spaur a china su seta raffihuranti dimore storiche trentine e tre quadretti ottocenteschi riproducenti gli schizzi del codice Brandis provenienti da castel Valer. Molto interessanti sono le poltroncine Liberty di villa Larcher di Povo, i tavolino chippendalle, il grande specchio ottocentesco seccessione viennese, i due comodini ottocenteschi nonchè i quadri qui presenti.

    RIPOSTIGLIO

    Sulle scaffalature sono presenti ceramiche del XX secolo.

    SALA DELLA CACCIA

    Alle pareti troviamo le stampe degli uccelli. Di particolare interesse la collezione di uccelli imbalsamati proveniente da villa Rama di Lazise, la cassapanca ottocentesca scolpita con stemma nobiliare centrale e il cassettone rivestito da carte da parati dipinte a mano ritraenti passaggi esotici provenienti da Castel Valer.

    SALOTTO DELLA DAMA (SCUZZO)

    Il salottino ospita mobilio ottocentesco di origine spoletina. Si nota una cristalliera a decori floreali, un divano con intarsi e piedi arricciati, una poltrona della medesima fattura e un interessante tavolo con dama intarsiata sul pianale accompagnato da tre sedie. Alle pareti sono appesi quadri con foto di personaggi in abiti ottocenteschi.

    SALONE IMPERIALE

    Dedicato alla famiglia imperiale asburgica e ai reali italiani, ritratti in stampe. Di particolato interesse il divano ottocentesco biedermeier e la riproduzione del trono imperiale.

    CAMERA FELICE FERDINANDO D’ARSIO (RAMA)

    Gli arredi ottocenteschi provengono da Villa Rama di Lazise e sono rappresentati da: un canterano, una poltrona, un divano, due letti, un comodino e quadri di varia fattura.

    CAMERA GIUDITTA D’ARSIO

    Ospita arredi di inizio XX secolo. Di particolare interesse il canterano, la culla per bambini, la toletta dorata e il divano.

    CAMERA CARLO D’ARSIO

    Di notevole interesse i letti in noce, l’armadio di fine XIX secolo e l’orologio a pendolo.

    SALOTTINO DELLE BAMBOLE

    Prende il suo nome dalla collezione di bambole in ceramica qui esposte. Di particolare interesse gli arredi ottocenteschi ovvero la cristalliera, la sedia a dondolo viennese il tavolino a libro, le due sedie e il divano rivestito in velluto rosso. Pregevoli pure le tazzine poste sul tavolo, la grande mappa della Boemia e la stampa del monastero che si affaccia sul Danubio.



    SALOTTINO DEI PELTRI

    Sono qui conservati opere pittoriche di notevole interesse. Tra le più pregiate quelle di Remo Wolf, Guido Polo e Umberto Savoia.


    Attraverso una scala novecentesca si accede al terzo piano. Lungo le parti sono appese opere di Silvio Nicolodi.


    TERZO PIANO

    STUBE DEGLI ARTISTI

    Trovano qui collocazione opere pittoriche di artisti trentini. Di notevole interesse le sedie e le poltroncine chippendalle qui conservate. Conserva opere dell’artista Matteo Boato.

    SALA DELLE SCULTURE

    Ospita opere pittoriche e scultoree di artisti trentini. Sono qui presenti opere di Francesco Rizzardi.

    SALONE DEGLI ARTISTI

    Dedicato alla valorizzazione dei pittori trentini. Sono esposte opere di Giovanna Lorengo, Wilma de Nadai, Candido Marches e Franco Pretti.

    GALLERIA

    Sono qui esposti quadri dell’artista Evandro Graciano.

    SALA MANO D’ARZ

    Dedicata al pittore locale Germano Albertini.

    SALA ARTI LIGNEE

    Si conservano qui sculture lignee e lavori artigianali eseguiti con il legno. Sono qui esposte opere scultoree di Pierantonio Menapace, gerle di Simone Zuech, pirografie di Stefano Fondriest e lavori di Walter Paternoster.

    SALA DEGLI ARTIGIANI

    In questo ambiente troviamo una pregevole collezione di oggetti in rame del 1800, nonché una raccolta di argenti, peltri, ceramiche e cristalli di varia epoca. Alle pareti sono appesi alcuni quadri di Germano Albertini.

     

     

     

    APERTURA:

    Tutte le domeniche e festivi dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 13.00 alle 17.00

     

    Curatore delle ricerche: Mirko Ceccato

     

     Mostra Palazzo Arzberg

    Arzberg Valle di Non - Trentino Alto Adige - Italy

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